Storia

storia"Laviano, piccolo paese, avamposto nella provincia di Salerno, incuneato tra Lucania e Irpinia. Fino al secondo dopoguerra abitato essenzialmente da carbonai-montanari, pecorai e mulattieri , gente schiva e taciturna. Secoli di solitudine ed emarginazione avevano reso gli abitanti di questi luoghi silenti e ostinati.

Le montagne li avevano fatti seri. Uomini e donne che parlavano poco e mangiavano meno. La miseria si tagliava col coltello. Questo piccolo presidio aveva fino all'avvento dell'emigrazione di massa una marcata identità. Tra gli anni 50 e 60 e' cominciata la diaspora. Una fetta consistente, traStoria inenarrabili sofferenze, e' stata disseminata nei cinque ontinenti. L'indigenza spinse i più validi, i meno infingardi, ad intraprendere un viaggio senza ritorno. Tutti a svendere braccia, gambe e testa , per impedire la separazione dello spirito dal corpo. Il terremoto del 23-11-1980 non lasciò pietra su pietra, spezzando oltre 300 vite umane. Il sisma spezzò definitivamente l'identità del paese. Questa comunità e' rimasta per anni "spaesata".A distanza di oltre venti anni da quell'infausto evento, lentamente cercando le forze dentro di sé, quel nucleo di superstiti, sta faticosamente riacquistando una nuova identità.

Una comunità che punta prevalentemente sui giovani nati e cresciuti numerosi dopo il terremoto. Si sta affermando e consolidando una discreta attività zootecnica, con produzione di carni e "caciocavallo" di ottima qualità. Si e' impiantata e rafforzata un'azienda metalmeccanica che per le attrezzature di cui si e' dotata e le lavorazioni di precisione che effettua non ha eguali nel centro sud. Inoltre questo paese ha una grande ambizione: trasformare il villaggio, che ha ospitato la popolazione nel dopo-sisma, in un accogliente villaggio "antistress". Confidiamo di trattenere a Laviano tutti quelli che "sbagliano strada", tutti quelli che seguono itinerari alternativi, per evitare di finire negli ingorghi del turismo di massa. Vogliamo offrire loro: aria pulita, acqua pura, ambiente incontaminato, cibo genuino e suoni della natura. Nella desolazione non vogliamo vedere solo la desolazione, ma anche la negazione della desolazione, quindi la riscossa".

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